Spazio, ordine, essenziale, poco, libertà, felicità: sinonimi o contrari?
Siamo abituati a collegare l’abbondanza con una situazione desiderabile, felice. Come può il poco, il meno, la riduzione, essere sinonimo di felicità o di prosperità?
Questo è il primo meccanismo che genera pregiudizio nei confronti di quella che è, invece, una vera e propria arte: l’arte dell’essenziale.
Ma a differenza di ciò che potremmo pensare dell’arte in generale, per questo tipo di arte non occorrono talenti particolari, “soltanto” la capacità di abbandonare vecchi e consolidati clichè.
Qui sta il gioco.
Nel suo libro “Fai spazio nella tua vita”, Fumio Sasaki parlando del minimalismo dice: ”il minimalista è colui che sa esattamente quali sono le cose di cui ha bisogno e non si limita a volere una cosa solo perché l’ha vista a un altro… sa distinguere quali sono le cose importanti e può fare a meno del resto.”
Al di là delle etichette, il minimalismo ci può fornire spunti interessanti per questo lavoro di ripensamento che ci accingiamo a fare.
Non c’è uno standard univoco nell’arte dell’essenziale perché la riduzione degli oggetti che possediamo non è un obiettivo fine a se stesso, ma un mezzo per fare spazio e mettere a fuoco ciò che è davvero importante.
Questo ha a che fare con un altro tema che ci sta molto a cuore, che è quello dell’amor proprio. Il desiderio di conferma del nostro valore è una molla molto forte, che spinge gran parte delle nostre azioni. Ma cosa è necessario per verificare il nostro valore?
Che riusciamo nelle cose che facciamo, che ci proviamo, che ci impegniamo, che cresciamo ogni giorno un pezzetto di più, o che qualcuno ce lo riconosca, ci riempia di like, di complimenti, che ci invidi per gli oggetti che possediamo?
E’ qui il corto circuito emotivo che si aggancia al bisogno di possedere sempre di più, la tentazione di comunicare il proprio essere attraverso gli oggetti che possediamo, quasi per dare una legenda, una chiave di interpretazione di noi stessi agli altri.
Così ci illudiamo di poter essere capiti più velocemente e più facilmente. In quest’ottica, ad un incremento del numero di oggetti, corrisponde un incremento di valore personale.
Ecco, é questo il momento nel quale gli oggetti smettono di essere strumenti ed iniziano a possederci, a diventare i nostri padroni.
Se riusciamo a leggere dentro di noi, a riflettere su cosa ci spinge nella direzione del consumismo e del circolo vizioso nel quale continuiamo a cadere, potremo dare davvero una svolta importante alla nostra vita.
E’ ormai dato acquisito quello secondo il quale gli spazi che ci circondano hanno un’influenza decisiva sul nostro benessere.
E se questi spazi sono in disordine, sono pieni di oggetti, interferiscono con i nostri pensieri, ci appesantiscono e ci distraggono dalle cose importanti della vostra vita.
Il successo di libri quali “L’arte del riordino” di Marie Kondo o “ Fai spazio alla tua vita” di Fumio Sasaki, confermano la grande attenzione che questi temi suscitano e quanto sia vivo più che mai il tema dell’essenziale, come ricerca e come punto di arrivo.
Credo che il motivo sia da ricercare soprattutto nella enorme quantità di informazioni e di input dalla quale veniamo investiti quotidianamente, le trasformazioni che hanno interessato il mondo moderno non possono non aver influito sulla nostra concentrazione, sul nostro affanno, su questa costante situazione di dilemma, di infinite possibilità di scelta.
Tutto questo ci dà solo l’impressione di avere accesso a tutto, di avere tutto sempre a portata di ricerca, ma di fatto, questo impone metodo, strategia, consapevolezza, per evitare di cadere nella dinamica dell’essere in realtà solo in balia degli input, senza esserne davvero padroni, piloti.
Ancora una volta, il fare spazio, il farsi spazio, è la bussola che deve guidarci, sia che si tratti di bene materiali che immateriali.
La semplicità come antidoto allo stress
Se ti senti sopraffatta/o, poco ispirata/o, se senti di non avere il controllo del tuo tempo, delle tue giornate, so come ti senti.
Trascorriamo parte della nostra vita stanchi/e stressati/e ed in ansia, alla costante ricerca di soluzioni collocate, quasi sempre, al di fuori di noi.
Abbiamo sempre voluto di più. Perché pensavamo ci rendesse più felici.
E siamo caduti in un paradosso che, a noi, finalmente, sembra evidente: è proprio quel più, quella finta abbondanza, che ha contribuito ad appesantire, a far peggiorare la nostra situazione.
Il meno, questa parola che non ci piace, che ci induce al pensiero di qualcosa che manca, che non possiamo augurarci per le nostre vite, è, invece, pieno, prospero, opulento: è la chiave per uscire da questi circoli viziosi.
Vivere con meno confusione, impegni, stress, semplificare la tua vita, aiuterà ad aprire lo spazio per fare ciò che devi fare.
La semplicità è la via per tornare a noi stessi. Vivere con meno crea tempo e spazio per scoprire cosa conta davvero.
Compreso il perché, ora dobbiamo costruire un come.
L’arte del disfarsi
Da dove/cosa partiamo?
Abbiamo già visto come iniziare a vagliare i nostri ambienti domestici e valutare cosa ci piace, cosa vorremmo cambiare, partendo dal selezionare gli oggetti che contiene (se non lo hai già letto ti lascio il link qui).
Partire dallo spazio abitativo è importante, per poi procedere con gli altri ambiti ed ambienti della nostra vita (studio, ufficio, auto,…).
Nel suo libro “L’infinitamente poco”, Dominique Loreau, nel riaffermare che la molteplicità induce confusione e preoccupazioni dice “Il timore di perdere le cose opprime. E sapeste che libertà, che serenità, che sensazione di essere più autentici si conquistano quando si possiede pochissimo! La vita diventa più allegra, la mente si libera, il cuore si apre e non si teme più il cambiamento. Ma per raggiungere quel poco «magico» è fondamentale essere intransigenti e precisi quando si fa l’inventario dei propri fabbisogni. Scegliere significa eliminare la seconda scelta. Chi ha scelta ha anche un dilemma”.
Quindi, l’inventario dei fabbisogni è un’operazione preliminare importante ed, allo stesso tempo, molto delicata e difficile.
Pensare di poterla completare ed affrontare da subito, dedicandovi una giornata, può portarci a non essere efficaci.
Prima di trasformare spazi, occorre comprendere che tipo di cambiamento vogliamo e perché. Quale è la molla che ci spinge a voler cambiare?
Quale è la percezione che abbiamo di noi stessi e della nostra vita attuale?
Essere consapevoli della connessione tra armonizzazione dei nostri spazi e benessere è già un importante passo verso una nuova consapevolezza di cosa davvero rappresenta il concetto di più e meno, per noi, per i nostri affetti e per la nostra creatività e produttività.
Provaci.
Prova a mettere su carta le tue riflessioni, le percezioni o ciò che ti ha colpito di più di questo post.
A cosa stai rinunciando in questo momento ?
Quanto tempo prezioso potresti liberare se i tuoi spazi fossero più liberi, se potessi diminuire il numero di oggetti che richiedono pulizia, manutenzione, scelta…?
Immagina…rifletti..sogna ad occhi aperti, scava…
Poi scrivi, disegna, fai degli schemi, spulcia gallerie di foto, bacheche di Pinterest, salva un repertorio di immagini che ti sembrano poter rispecchiare come dovrebbe essere uno spazio per te…puoi partire da uno spazio significativo o puoi esplorare la tua casa intera. Non limitarti, vola alto!
Salva tutto.
Poi esplora ciò che hai salvato…
Quelle immagini parlano di te, delle tue speranze, dei tuoi sogni, di come vorresti vivere, di ciò che ti manca e di ciò che hai in sovrabbondanza…
Ricordati che nessuno può decidere al tuo posto il significato di più e di meno.
Nelle nostre consulenze partiamo sempre da un’esplorazione e mai da una imposizione. Non esiste il binomio giusto/sbagliato, esiste ciò che è meglio per ciascuno di noi.
Ma per comprenderlo non dobbiamo aver paura di esplorare, di spingere sull’acceleratore della fantasia, per poter approdare ad un’idea più vicina possibile a ciò che è desiderabile per noi.
Per fare questo occorre scrollarsi di dosso tutto il peso ed il bagaglio di ciò che è desiderabile socialmente, dei fardelli del “dovrebbe essere” o del “cosa penseranno di me”.
Questo è un aspetto centrale per la corretta impostazione di questa ricerca, al quale abbiamo dedicato diversi contenuti ( puoi trovarli qui e qui ).
Per ora, quindi, ti lascio al tuo fantastico viaggio di esplorazione e scoperta.
Apriamo spazi per vivere al meglio.
Creiamo spazi che parlino davvero di noi.
Facci sapere cosa ne pensi. Scrivici ad info@aprispazi.com o lascia un commento sui nostri social: ogni voce apre nuovi spazi.
E ricorda…semplificare è un atto rivoluzionario!

