Risorse e prospettive per una vita di qualità

“Le vostre zone erronee. Guida all’indipendenza dello spirito” di Wayne W. Dyer

Parlare di indipendenza dello spirito in una prospettiva di miglioramento personale consente di riappropriarci di ciò che, troppo spesso, riteniamo non essere sotto il nostro controllo e di porre nella giusta prospettiva eventi ed atteggiamenti.

Questo splendido libro affronta in modo saggio e lucido temi che, riteniamo, siano fondamentali, per costruire orizzonti di miglioramento e di cambiamento solidi e duraturi.

La tematica della capacità di compiere scelte e di rispondere di se stessi, si intreccia con quella di vivere pienamente nel presente.

I due aspetti che sembrano, in apparenza, non avere elementi di contatto, si intrecciano a formare un tessuto, a costruire nuove intuizioni e riflessioni che possono essere molto utili a comprendere alcuni errori che quotidianamente compiamo o dei quali siamo, spesso, inconsapevoli portatori, creandoci su misura una sorta di infelicità appresa.

Mi ha molto colpito il legame che l’autore individua e delinea tra felicità e quoziente intellettivo.

Come insegnante, mi fa eco la teoria delle intelligenze multiple o quella dell’intelligenza emotiva: tutto converge verso un’idea di intelligenza che non è e non può essere misurata con la capacità di risolvere problemi, leggere e far di conto o risolvere rapidamente equazioni astratte.

Questo concetto di intelligenza ravvisa nell’istruzione formale e nella bravura libresca le vere misure della realizzazione personale. Esso stimola una sorta di snobismo intellettuale, che ha dato risultati demoralizzanti.”

L’autore ritiene, giustamente, che non è il divoratore di libri, o colui che si distingue negli studi ad essere intelligente. “Un più sincero barometro dell’intelligenza è una vita efficiente, felice, vissuta ogni giorno, ed ogni minuto di ciascun giorno”.

“Quelli che riconoscono che i problemi fanno parte della condizione umana e che non misurano la felicità dell’assenza di problemi, sono gli esseri più intelligenti che si conoscano e sono anche i più rari”.

Non è meravigliosa questa prospettiva che lega felicità, intelligenza ed efficienza?

Io trovo liberatorio e stimolante l’idea che la felicità sia una conquista ed una prospettiva, dove a farla da padrone siamo noi, noi e la nostra capacità di assumerci la responsabilità delle nostre scelte.

Intelligenza e felicità dialogano e si rispecchiano.

Quante volte siamo letteralmente paralizzati dall’idea di compiere una scelta? E quante volte rinunciamo a fare le cose per paura di fallire o semplicemente perché addebitiamo al caso, alle condizioni sfavorevoli o ai troppi problemi la nostra insoddisfacente situazione.

”Imparare a dirigere se stessi comporta tutto un nuovo processo mentale, il quale può rivelarsi difficile perché, nella nostra società, troppe forze cospirano contro la responsabilità individuale.”

Altra parola chiave: padronanza.

Sei tu che decidi della tua sorte e non cedi alla tentazione di adattarti semplicemente alle cose o al mondo.

Sei tu a scegliere quello che il mondo sarà per te.

Diceva George Bernard Shaw nella commedia “La Professione della Signora Warren”: “la gente si lamenta sempre di quello che è dandone la colpa alle circostanze, le persone che si fanno strada in questo mondo sono le persone che si alzano in piedi e cercano le circostanze che preferiscono, e che, quando non le trovano, le creano”.

Spesso ci interroghiamo su quali possano essere i migliori strumenti da fornire ai nostri figli, ai nostri cari e ci confondiamo con mille ricerche e complesse teorie e spiegazioni. 

Le risposte, in realtà, non sono tante diverse da quelle che forse dovremmo dare a noi stessi, per migliorare la nostra condizione e la nostra felicità.

La risposta è indipendenza, non solo fisica, ma soprattutto mentale, indipendenza dal giudizio e dall’approvazione altrui, indipendenza da credenze limitanti o che ci hanno addossato o che abbiamo costruito noi.

E come si fa?

Si fa smettendola di proteggerci e di proteggerli, offrendo stima e fiducia in se stessi come uniche “armi” che possano fondare e sostenere un “arsenale di comportamenti indipendenti per tutto l’arco di una vita”. Non si dovrebbe mai incoraggiare un bambino/a a confondere il senso del proprio valore con l’approvazione altrui.

La felicità consiste, quindi, in una certa libertà dal bisogno di essere approvati.

Il raggiungimento di questa condizione non è semplice né scontato, ma vale la pena avviarsi lungo questo sentiero, perché conduce a vette elevate.

Lavorare sulle proprie auto connotazioni negative..io sono così…sono sempre stato così…queste autodefinizioni spesso ci servono per crearci un sistema di sostegno nella vita di ogni giorno.

L’autore ci suggerisce alcune strategie utili per rompere questo circolo vizioso che ci conduce alla coazione a ripetere, partendo da un basilare assunto: la natura umana non esiste; questa espressione serve solo ad incasellare le persone e ad inventare scuse.

Tu sei la somma delle tue scelte ed ogni etichetta che conservi come un tesoro potrebbe essere riscritta in “Io ho scelto di essere ..”

Definirsi é più facile che cambiare.

Qui su ApriSpazi non vogliamo, però, fermarci a queste, seppur importantissime, riflessioni, ma vogliamo concretizzare, rendere operative, trasformare in vissuto, in strategia, quanto apprendiamo leggendo.

Questa è una missione nella quale crediamo fermamente.

Nessuno strumento, nessuna strategia è, da sola, capace di trasformare la nostra vita, o aspetti nei quali vorremmo progredire, ma l’uso consapevole di alcuni step, può farci avviare un processo virtuoso di riscoperta e di cammino.

Proviamo ad utilizzare alcuni semplici strumenti suggeriti dall’autore per analizzare e poter poi lavorare su etichette e convenzioni che hai fatto tue, a volte inconsapevolmente.

Primo step.

Prenditi, ogni giorno, uno spazio di riflessione, anche di pochi minuti e compila una lista: prova ad elencare le regole alle quali ti conformi e che, però, non ti sembrano avere uno spazio di senso, oppure delle quali ti sei convinta/o, ma che non ti fanno vivere bene.

Secondo step: quando pensi di aver completato la lista, per ognuna di queste regole fissa le tue “regole di condotta”, quelle che senti di dover seguire, anche se pensi di non poterle osservare (almeno per adesso!).

Terzo step: rifletti, con calma, con il tempo, su cosa e come puoi agire per iniziare a rendere concrete le regole che hai riscritto. Procedi gradualmente, un passetto alla volta.

Un’altra strategia molto interessante, che abbiamo selezionato tra le tante indicate nel libro, è, in realtà, un esercizio. 

Un esercizio che ci aiuterà a non cadere nella trappola del tentativo di trovare giustificazioni e proiettare sempre all’esterno le cose che ci accadono.

Prenderci su di noi il nostro bagaglio di errori, di piccoli inciampi, di dolori, è un atto di cura e di rispetto per noi stessi, che ci permetterà di avere sempre spazi di miglioramento e di crescita e di felicità, perché accrescerà la nostra ricchezza più preziosa: la stima di noi stessi. Una stima autoindotta, che trova fonte dentro di noi e non all’esterno.

Esercizio: usa un documento a tripla colonna (puoi usare quello che abbiamo predisposto, scaricalo qui) per creare un elenco delle cose che non ti piacciono di te o della tua vita in questo momento ed accanto a ciascuna di esse scrivi di chi o di che cosa è la colpa.

Dopo aver elaborato questa lista “delle colpe”, rifletti per bene su ciascuna di esse. E’ cambiato qualcosa? E’ servito scaricare colpe su cose o persone?

Possiamo analizzare punto per punto ciò che non ci piace e lavorare ad una strategia costruttiva per cambiare questi aspetti?

Possiamo farlo solo se riusciamo a fare una serena analisi sulle “cause” o meglio origini di questi elementi, per poterci lavorare.

Bisogna avere coraggio per lavorare su questi temi, che toccano parti di noi delicate. Ma non abbiamo altre soluzioni, se vogliamo davvero vivere la vita che meritiamo.

Il coraggio si può sviluppare, ma non si può promuovere in un ambiente che sopprime tutti i rischi, tutte le difficoltà, tutti i pericoli.

Facci sapere se questi esercizi ti saranno d’aiuto: scrivici ad info@aprispazi.com o lascia un commento sui nostri social.

Buon coraggio a tutti/e!

E ricorda…semplificare é un atto rivoluzionario…e coraggioso!

Se il libro ha stimolato il tuo interesse, puoi trovarlo qui.

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