L’arte di fare spazio

Organizzare i propri spazi non è solo una questione estetica o funzionale.

È un atto che coinvolge profondamente la nostra interiorità. 

Lo spazio che ci circonda è un riflesso diretto del nostro stato mentale ed emotivo: quando fuori regna il disordine, spesso anche dentro di noi c’è confusione. 

Viceversa, quando facciamo chiarezza dentro, sentiamo l’urgenza di sistemare anche ciò che ci circonda.

Lo spazio esterno -la casa, il luogo di lavoro, il nostro giardino, persino lo zaino che portiamo ogni giorno – parla di noi, delle nostre abitudini, delle nostre priorità.

Dare un ordine, ridefinire i confini, scegliere cosa tenere e cosa lasciare andare, è un processo che va oltre la semplice organizzazione: è una cura di sé, un modo per ritrovare equilibrio e presenza.

Spazio dentro, spazio fuori

E poi c’è lo spazio interiore, quello meno visibile ma altrettanto concreto. Quello fatto di pensieri, emozioni, idee, progetti, ricordi. 

Anche lì, ogni tanto, serve aprire i cassetti, fare pulizia, ridare ordine. 

Lo spazio dentro e lo spazio fuori dialogano tra loro, continuamente. 

E quando iniziamo a prendercene cura, qualcosa cambia: la realtà si trasforma, perché siamo cambiati noi.

Ciò che conquistiamo interiormente modificherà la realtà esterna” (Plutarco).

La vita oltre il caos

Il caos ci trascina in una spirale di accumulo e distrazione. 

È uno stato mentale e fisico che rende difficile concentrarsi, ascoltare, creare. 

Riconoscere il caos è il primo passo. 

Il secondo? Fare spazio. Aprire varchi. 

Uno spazio che non sia vuoto, ma aperto, disponibile a nuove possibilità.

Sin da piccola ho avuto una passione smodata per il riordino.

Istintivamente, nonostante non ne avessi ancora la consapevolezza, nè gli strumenti, sentivo che l’ordine e lo spazio intorno a me condizionavano il mio sentire, i miei stati d’animo.

Riordinare, ma anche riorganizzare gli spazi, renderli sempre più funzionali, armoniosi, spaziosi, mi dava serenità.

Crescendo, l’ordine è stata una risorsa, la chiave per essere più produttiva e costruttiva.

La chiave che apre tutte le porte.

Anche quelle che non avrei mai immaginato.

Inizialmente, è stato un pò faticoso convivere con questa mia dimensione. Confesso che, a volte, me ne sono sentita schiava.

Era una necessità imprescindibile, che mi rendeva impossibile concentrarmi su altro, che mi spingeva a cercare sempre e comunque prima l’ordine. Poi il resto.

Però, allo stesso tempo, rappresentava il mio rifugio, in un certo senso.

Quando tutto era un casino, quando proprio non riuscivo a capire cosa stesse accadendo, a me, alle persone intorno a me, alle situazioni, ai miei sentimenti, io ritrovavo me stessa, infilata con la testa in un vecchio armadio o in ginocchio davanti ad un cassetto…lì le cose tornavano ad avere un senso.

Potrei sembrare una persona che ama gli oggetti, invece degli esseri umani. 

E’ esattamente il contrario.

Aprire spazi, far spazio, non era un atto d’amore verso le cose che possedevo, ma verso me stessa.

Coltivavo i miei pensieri, provavo a rinfrescarmi e rinfrancarmi cercando di dare potere ai miei gesti, di ripristinare un sistema nel quale ero ancora io a decidere e a ribaltare le cose.

Avevo il potere della conquista di dimensioni fondamentali: spazio e tempo.

Ed era proprio questo ciò che accadeva: creavo spazi nuovi, sistemavo quelle cose che mi sembravano avessero ancora una funzione e ne congedavo altre, non più necessarie, ed in quel gioco di saluti, di abbandoni, di ringraziamenti, di addii, congedavo anche la negatività o i pensieri futili e poco costruttivi o i legami che credevo di non poter lasciare o, ancora, i ricordi che ancora mi condizionavano la vita.

Era incredibile quanta creatività ed energia si liberasse e si facesse spazio dentro di me!

Riaffermavo il mio potere di poter essere oltre ed altro.

E’ talmente liberatorio ed, allo stesso tempo, così semplice tutto questo, che è un peccato non provarci, nell’erronea convinzione che sia strumento solo per chi ama l’ordine.

Tutti amiamo il benessere, tutti lo inseguiamo e, a volte, lo cerchiamo o lo troviamo nei posti più sbagliati.

Decidere di farci spazio, di liberare spazio, di creare armonia intorno a noi, è benessere vero, ed a costo zero.

E’ una strada affascinante e piena di scoperte, che non conosce ritorno.

Neanche davanti ad eventi che ci stravolgono o cambiano molto la vita.

Quando è nato mio figlio, il mio mondo si è esteso e, nello stesso tempo, contratto.

Non avevo più tutto il tempo a disposizione per dedicarmi a riordinare spazi, oggetti, indumenti, a selezionare, a lasciar andare…

E le cose che possedevamo sono, ovviamente, aumentate a dismisura.

E’ stato uno shock!

Ma non ho mollato.

Tutti mi dicevano, vedrai ora devi rassegnarti al caos, al disordine cronico, ad avere giocattoli sparsi ovunque, non potrai gestire tutto questo.

E’ vero!

Inizialmente è stato così. Proprio cosi. E, forse, anche peggio di quanto mi avessero prospettato.

Ma non ho mollato.

Ci ho creduto, fino in fondo, perché, nonostante ciò che pensassero gli altri, per me aprire spazi, tenere spazi liberi, conservare e difendere un certo tipo di ambiente intorno a me era uno spazio vitale, non era tempo sottratto a mio figlio, era pura aria fresca , che avrei donato anche a lui.

E’ importante confrontarsi con le realtà degli altri, con le esperienze, con i pensieri, con le convinzioni, ma dobbiamo imparare a tenere aperto lo spazio del nostro io, di ciò che sentiamo fortemente battere dentro di noi, perché è lì la chiave di tutto.

E quando facciamo ordine, è più semplice vedere, sentire. 

Non abbiamo troppi rumori di fondo.

Quando diventi madre, poi, i rumori di fondo aumentano a dismisura e, spesso, anche quando sei abbastanza matura e consapevole, è facile perdersi.

Ma questo è un altro capitolo, che mi piacerebbe, poi, affrontare.

Per ora mi piace riaffermare l’idea che noi non siamo i nostri ruoli, o le nostre responsabilità.

Noi siamo molto di più.

Siamo oltre i nostri doveri, le funzioni ed anche i ruoli che abbiamo deciso e che sentiamo di dover svolgere.

Quando riordino, quando faccio spazio, riciclo, dono, rivendo, saluto oggetti, vado oltre, mi riscopro ogni volta, visualizzo le mie conquiste, le mie evoluzioni.

Ogni volta che fai spazio, ogni volta che decidi di lasciar andare, stai scegliendo te.

Stai affermando:“Io ci sto. Voglio fare la mia parte.”

E non è solo ecologia, è potere personale.

Non si tratta di vivere con poco per principio, ma di vivere con ciò che ha davvero valore.

Come iniziare, allora, questa splendida avventura ?

Con gradualità. 

Immergendoci, pian piano, nell’idea che lo spazio che abitiamo deve donarci sensazioni positive.

Il punto di partenza non può che essere, allora, questo.

Cosa ci piace ?

Cosa ci fa sentire più leggeri?

Iniziamo dalla nostra casa.

Partiamo da un qualunque spazio, anche piccolo, anche solo un cassetto.

Partiamo sempre da noi. Ascoltiamoci.

Da una sensazione di disagio o di piacere.

C’è uno spazio, un ambiente, un angolo che ami particolarmente? Nel quale trovi rifugio?

Come ti piacerebbe cambiasse?

Svuotalo e poi inizia a vagliare, uno per uno, gli oggetti che contiene.

Hanno tutti una funzione? Ti agevolano o ti ostacolano?

Quanti oggetti tieni per piacere e quanti per puro senso del dovere?

Da queste domande iniziamo una riflessione, lenta e graduale, sulle cose che possediamo e sul valore che apportano alla nostra vita.

Partiamo lentamente.

E’ necessario un pò di tempo per metabolizzare, per riflettere, per indagare uno spazio del possibile, per capire se vogliamo intraprendere questo viaggio portentoso, che ci avvolgerà in una spirale di cambiamenti inevitabili, a cascata e, sicuramente, di grande impatto.

Diamoci un tempo: due settimane.

Scriviamo le nostre sensazioni, le domande, i dubbi che ci assalgono nel compiere questa operazione di rivisitazione del nostro spazio abitativo.

Scriviamo d’istinto, senza troppe elaborazioni, anche sotto forma di domande o di elenco, come preferiamo.

Possiamo usare un foglio bianco oppure la nostra agenda, o anche il nostro telefonino.

C’è un’app gratuita di Google che si chiama Keep, che ci permette di prendere appunti velocemente ed anche di aggiungere foto o immagini o audio ai nostri appunti, nonché di condividere le note con altri utenti. E’ disponibile per dispositivi Android, iOS e per Google Chrome.

Ha il fantastico vantaggio di poter essere consultato ed editato ovunque siamo ed in qualunque momento, per cui se ci viene in mente un’idea o una domanda possiamo immediatamente usarlo per non perdere il ritmo e per “acchiappare” quell’idea che ci è balzata in mente proprio mentre stavamo lavando i piatti o facendo una passeggiata!

Se ti interessa questa app fammelo sapere e ti forniremo un breve tutorial su come usarla.

Bene, ora hai proprio tutto per iniziare. 

Solo dopo questa fase riflessiva potremo procedere ed iniziare a salire i gradini di questo fantastico percorso di scoperta.

Facci sapere come andrà questa settimana, scrivici ad info@aprispazi.com o commenta sui nostri social. 

Siamo qui, per aprire nuovi spazi con te. 

E ricorda…semplificare é un atto rivoluzionario!

 

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